La sismica a riflessione è una metodologia largamente utilizzata nell’esplorazione del sottosuolo per riconoscere l’assetto stratigrafico e strutturale dei corpi geologici: geometrie deposizionali, stratificazione, superfici di discordanza, faglie, sovrascorrimenti, etc.. Essa permette di effettuare una ricostruzione fedele delle porzioni sepolte e può essere applicata in qualsiasi ambiente: terrestre, marino e di transizione (fluviale, lacustre, deltizio, ecc.).
La sismica a riflessione si è sviluppata a grandi passi a partire dagli anni ’50 con il sostegno delle grandi compagnie petrolifere, direttamente interessate all’individuazione dei giacimenti di idrocarburi e spesso uniche detentrici della costosa strumentazione necessaria. Negli ultimi decenni la dilagante diffusione della tecnologia digitale ed il conseguente abbattimento dei costi strumentali ha consentito sempre maggiori e più valide applicazioni in svariati campi (dall’ingegneria civile, agli studi ambientali, alla ricerca di base).
Il metodo d’indagine consiste nel produrre una potente energizzazione (esplosivo, massa accelerata o caduta di grave) e nel registrare, lungo la linea del profilo sismico, i segnali riflessi. Le caratteristiche delle onde sismiche che attraverseranno i diversi mezzi, nonché i percorsi delle onde riflesse, sono regolate dai principi fisici generali dell’ottica e della teoria dell’elasticità.
Campi di applicazione
- Individuazione di contatti tettonici;
- Ricostruzioni stratigrafiche profonde;
- Ricerche idriche profonde;
- Stratigrafia di terreni alluvionali fino a diverse centinaia di metri di profondità;
- Indagini di supporto per la costruzione di grandi opere (dighe, ponti, strade, autostrade, ecc.).